Quale senso di responsabilità per quale senso di ripartenza?
28 Ottobre 2021
By admin
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Mercoledì 27 ottobre il Rotary Club Lecco ha organizzato un incontro con gli altri club del territorio lecchese, Rotary Club Manzoni e Rotary Club Le Grigne, per assistere all’intervento del dott. Roberto Armigliati.
Roberto Armigliati, laureato in Filosofia e consulente di Direzione e Organizzazione, ha frequentato e formato alcune generazioni di manager delle più grandi aziende italiane ed è scrittore di alcuni libri che danno la possibilità di riflettere sul comportamento umano.
Titolo della sua relazione è stato: Quale senso di responsabilità per quale senso di ripartenza?
Questa domanda sollecita volutamente una riflessione sul tema della responsabilità, in particolare sul:
– Senso dell’esperienza generale di responsabilità e non responsabilità
– La responsabilità durante la pandemia “inedite forme di responsabilità”
– Senso di responsabilità per la ripartenza e responsabilità piena
Senso dell’esperienza generale di responsabilità e non responsabilità
Non esiste una definizione univoca di responsabilità, i concetti che però sono condivisi dalle definizioni riguardano la centralità della persona e il fatto che la responsabilità debba tener conto delle proprie e altrui azioni. Il senso dell’esperienza generale di responsabilità è quello di dover rispondere a un obbligo, responsabile diventa talvolta sinonimo di colpevole, insomma usiamo questo termine evocando condotte o/e colpevolizzando. Sempre secondo il senso dell’esperienza generale la responsabilità guarda indietro o al presente, ma mai avanti.
Inoltre, soprattutto nelle imprese, la responsabilità è spesso associata ai risultati, non alle persone.
La responsabilità riguarda anche la tecnologia: abbiamo la responsabilità di far funzionare la tecnologia. Siamo molto attenti al funzionamento della tecnologia, “noi persone siamo mezzi competenti al servizio della tecnologia” ha affermato il relatore. Alla tecnologia non interessano le conseguenze di ciò che procura.
É importante avere la consapevolezza che l’esperienza della responsabilità ha procurato una situazione insostenibile dal punto di vista dell’ecosistema. Noi siamo non responsabili (irresponsabilità inconsapevole) nel senso che non sappiamo le conseguenze delle nostre azioni, dobbiamo quindi responsabilmente orientarci in maniera differente.
La responsabilità durante la pandemia “inedite forme di responsabilità”
Durante la pandemia, grazie alla formidabile discussione mondiale (aver parlato sempre del Covid-19 ci ha fatto pensare alle conseguenze e ha aumentato la consapevolezza di ciò che sarebbe potuto accadere); grazie al fatto che erano in gioco persone e non risultati e grazie allo “stop del mondo” (con conseguenze positive sulle CO2 e la diminuzione di furti etc.), si sono verificate, secondo il relatore, inedite forme di responsabilità: infatti dalla maggioranza cittadini sono state utilizzate qualità umane: ottimismo, dignità, trasparenza, amicizia, correttezza, empatia etc.
Allora cosi come durante la pandemia l’utilizzo delle qualità umane é stato risolutivo per superare la fase di lockdown, per ripartire cosa dobbiamo fare?
La risposta è quella di avere chiaro un senso di direzione condiviso e comune e trasformare i nostri comportamenti. Dobbiamo ripartire per ridurre le conseguenze negative e aumentare gli effetti positivi.
Senso di responsabilità per la ripartenza e responsabilità piena
La responsabilità intesa come responsabilità piena:
– Non procura mai il male e si occupa della condotta delle persone, é il vettore pratico dell’etica.
– Guarda al futuro
– La persona è vista come “bene utile”: una persona migliore di prima é più utile dei soli risultati produttivi e di profittabilità
– Illumina il lato in ombra del fare operoso umano per averne consapevolezza
– Subordina i risultati alla riduzione delle conseguenze negative
– Procura effetti positivi a persone e ambiente
– Adotta le migliori qualità umane: bellezza, alterità, positività, affetti, libertà, rischio.
Il messaggio di Roberto Armigliati è stato quello di guardare la ripartenza verso un miglioramento della condizione umana, sollecitando a procurare tramite le nostre azioni effetti positivi per valorizzare persone e ambiente, scegliendo da che parte stare.